La mancanza

Oggi è un giorno così, anzi lo è già da un po’ a dir la verità. Saranno le delusioni o sarà l’estate.

E’ che quando meno te l’aspetti torna la nostalgia a farti visita. Si insinua silenziosa nei pensieri rumorosi del tram tram quotidiano e ti spiazza, crollano le certezze e i progetti, e chi non conosce, chi non l’ha vissuto non saprà mai e non capirà mai.

Manca casa. Manca tutto.

Quel quotidiano sbagliato e disordinato da cui 5 anni fa sono letteralmente fuggita.

Mi manca il portone verde che sbatte e fa rumore e lo sbecco sul penultimo gradino di marmo per le scale.

La cicala del pomeriggio e il parcheggio sempre troppo lontano.

Il pane fresco e profumato che riempie maestoso gli scaffali dei panifici e le strade che sanno di buono.

La vecchietta con la sedia sull’uscio che vende zucchine di stagione, con la crocchia sulla nuca e il grembiule azzurro.

Mi manca la brioche anzi il “ cornetto “ e il cappuccino al nostro bar preferito il sabato mattina, con gli occhi ancora stropicciati dal sonno, a raccontarsi.

I campi arati e dorati

Le verdure dell’orto

La nostra casetta arredata con cura, la camera azzurra, la vista sul verde.

Mia nonna

Le risate con mia sorella e l’odore di mia madre.

Il sabato sera a far tardi e i pranzi interminabili della domenica, con papà che porta i dolcetti. Alla panna e al cioccolato.

La frutta secca che si mangia a fine pasto e non come aperitivo.

Gli amici di una vita

Il mare cristallino, il mio meraviglioso mare.

Sono grata alla vita per tutto ciò che mi ha dato. Sono grata ogni giorno, ma in un piccolissimo angolo di cuore chiuso accuratamente a chiave vivono pulsanti questi ricordi che… a volte capita… come un uragano scompigliano il presente.

Manca tutto e manca troppo. Adesso.

Sarà l’estate, sarà sicuramente l’estate mi ripeto mentre mia figlia mangia una piadina in riva al mare del bagno 152.

Chi lo ha deciso ?

Guardando questa foto mi viene da pensare quando sono diventata grande.

Era ieri che mi sposavo, e ancora ieri la mia laurea e i weekend fuori porta.

Guardo questa foto e mi rivedo bambina. Come quando mia nonna mi copriva con la copertina di lana a quadretti colorati sul divano mentre fingevo di dormire. Di nascosto la osservavo sparecchiare e aspettavo quel momento come la coccola più bella del mondo.

Quando sono diventata grande?

Vorrei ancora mia mamma che mi prepara la colazione, e la sua mano sulla fronte quando avevo la febbre.

Papà che mi aspetta dall’uscita di scuola. E il suo buffetto sulla guancia.

Ma invece ora sono grande.

Dormo beata con la mia bambina di fianco e sembriamo quasi due amiche che sonnecchiano vicine. La vedo grande e mi rivedo piccola.

Non sono pronta per essere grande eppure sono mamma e moglie e donna e fatico e incasellarmi ogni volta in uno di questi ruoli.

Solo solo me. Meno bella e più cosciente. Con tanta voglia di scrivere, leggere e viaggiare. Di scoprire e meravigliarsi ancora,che combatte con l’orologio frettoloso che corre senza aspettare.

Non mi piacciono i ruoli eppure tutto intorno mi riporta a quel “ non si può più”.

Ma chi lo ha deciso?

Con lei sono più stanca, è vero. A volte alzo gli occhi al cielo per non esplodere. Respiro profondamente ogni qual volta si infila in bocca qualcosa che non deve, per ogni disastro, per ogni giornata storta e per tutte le cose arretrate. Le bollette, le scadenze e il mio sonno.

Ma chi ha deciso che non si può essere più quel che si era? La maternità è un duro lavoro. Toglie tanto regalandoti la bellezza di un sentimento potente e puro. Lei è la forza motrice delle mie giornate ed è con lei che vorrei essere quella che sono sempre stata. Farnetico un po’ forse.

Quel ma- ma-ma mi riporta sulla terra. Eccola lì che mi gioca accanto. Con una scodella e un imbuto. E come nella foto sembriamo due amiche dalla stessa pelle che giocano a far le grandi. Tu con il tuo imbuto e io con le mie parole .

Solo una settimana…

Una settimana. Non e’ poi stato così male. Due maschere viso, impacco all’argilla per domare i capelli trascurati – tanto sono sempre stropicciati dalle tue manine – lo smalto rosso per darmi fiducia. È iniziato così il mio lunedì lavorativo post-maternità . Il camice candido e stranamente stirato alla perfezione quasi mi invogliava a infilarmici dentro. E un po’ mi infastidiva quella strana voglia di rientrare nei miei panni di donna lavoratrice. Ma come ? Non pensi alla tua bambina? Non sei triste per lei? Queste le domande che mi facevano sentire in colpa quando mi solleticava piacevolmente l’idea di tornare a vestire i miei panni da lavoro. Triste pero’ sono stata per davvero nel momento in cui alle 9.05 ho chiuso la porta di casa seguita dai tuoi occhioni inquisitori. Credevi che stessi giocando così come facciamo sempre. Io mi nascondo dietro le mani, dietro la porta e tu mi cerchi, regalandomi un sorriso che illumina la stanza quando mi trovi. Stavolta la porta si è chiusa per davvero. Una stupida piccola lacrimuccia voleva tuffarsi sulla guancia, ma no, non era il caso, mi si sciupava il fard. Nessun rumore da dietro la porta. Bene non stavi piangendo. Brava bimba mia!!! Sono riapparsa “solo” 5 ore dopo. Una sciocchezza per i più…un’infinità per me. Fiduciosa di averti lasciata in buona mani, ho affrontato la giornata nel migliore dei modi. Sorrisi, darsi da fare, senza far intendere che mi mancavi o che contavo le ore che mia separavano da te. Tra un “bentornata” e un “ come sta la tua bambina” realizzavo di essere davvero madre. Strano da dirsi. Standoci assieme si è davvero un’entità unica. È vero quello che dicono. Ci si dimentica quasi di se stessi per ritrovarsi uno nell’altro. Come nelle belle storie d’amore. Quel distacco di 5 ore invece, quei vecchi panni indossati mi hanno ricordato La me che ero e hanno messo in luce La me di adesso. Una mamma. Parlavo della mia bambina quasi stessi parlando di un’altra me. La consapevolezza di esserlo era arrivata proprio quando tu non eri con me. Foto e messaggi fugaci mi tenevano tranquilla. Stavi bene. Avevi dormito, mangiato, giocato. Le 13.30, di corsa a casa. Al diavolo i clienti, il camice stirato lanciato nell’armadietto, la timbratrice spaccava il minuto. Non posso sprecare tempo. Il sorriso più bello del mondo ad attendermi, l’abbraccio che spesso schivi questa volta te lo eri preso tutto. Ferma immobile guancia contro guancia. Una boccata di ossigeno il tuo odore. Ero a casa.

Una settimana soltanto. Eppure mi sembra già che tu abbia fatto progressi senza di me. Sono felice di saperti serena anche se sono via. L’amore dei nonni riempie il tuo tempo ma quando cala la sera, e ti strofini gli occhi stanchi, cerchi le mie braccia. Non t’importa che io stia cenando, che debba lavare i pavimenti o sparecchiare. << mamma basta sistemare , tienimi con te! Guardami rotolare sul divano! Poi fammi addormentare…>>. Non lo dici a parole, ma i tuoi occhi parlano per te.

Così, lascio spesso la cena a metà, facciamo il nostro rito del pigiamino e come ogni sera dopo vari rotolamenti sul divano ti addormenti tra di noi. La Tv intanto parla e racconta di chissà quali storie e di posti incantevoli da scoprire. Ma il nostro posto è qui. Il migliore del mondo. Noi tre sotto la coperta di nonna a sonnecchiare sentendoti respirare vicino.

6 mesi amore mio …

Le coccole nel lettone oggi che compi sei mesi hanno il sapore della nostalgia.

La mezza torta che ti festeggia, il mezzo anno di vita in questo strano posto chiamato mondo, così rumoroso e lontano dalla culla che ti ha dato la vita. La mia pancia ora vuota. Il tuo “dadada”. La manina che vuole afferrare il telefono e i miei occhi intenti a scrivere mentre perdo attimi di te. Se guardassi dalla finestra della nostra stanza vedrei questo. Una mamma ancora in pigiama e una bimba di mezzo anno che si rotola tra le lenzuola. Che scopre ogni giorno se stessa fuori da me. Nei miei pensieri ripercorro il fotogramma di questo tempo insieme. Le giornate che sembravano interminabili adesso vorrei riviverle attimo dopo attimo per ricoglierne i dettagli. Come quando da sciocca prima di addormentarmi rivedo le foto dei tuoi primi respiri di vita. Si può essere così nostalgiche dopo solo sei mesi? Quando ti sposerai non so proprio che farò! Sono solo sei mesi e io sono solo mamma da mezzo anno, per cui mi perdono. “ basta scrivere, guardami mamma!” Ora mi tiri il pigiama e mangiucchi il lembo del lenzuolo. Il tempo della nostalgia e’ finito. Comincia una nuova delirante giornata insieme. Buon mezzo anno amore mio!

Autunno in tre: l’Abruzzo

Il nostro primo autunno a tre ha la cornice dei paesaggi freddi e colorati dell’Abruzzo . Partiti dopo pranzo per un weekend tra la natura ci siamo da subito sentiti parte integrante di essa. Ad accoglierci lungo la strada ,robuste radici che si rincorrevano intrecciandosi lungo le pareti di strade curve e strette. Anche il cielo giocava a nascondino tra i rami e le foglie che si abbracciavano filtrandone la luce. 

 L’hotel che ci ha ospitati aveva l’aspetto un po’ “internazionale” e infatti l’idea di partenza era quella di un weekend tranquillo e in comfort di quelli che facevamo da non genitori . In realtà però il personale gentile, la camera spartana e i monti che facevano capolino dalla finestra hanno ribaltato le aspettative , catapultandoci in pieno mood montanaro. Ricordo con tenerezza l’immagine bucolica di una vecchia signora canuta che seguita dal suo cane raccoglieva rametti per il fuoco . Il freddo , la nanetta e la stanchezza di una settimana ingorda giù in Puglia non ci ha tolto la voglia di esplorare è così bimba in spalla e cappellino ci siamo avventurati lungo il sentiero della “camosciara”. 

Un paesaggio dallo stile vampiresco e gotico si è aperto ai nostri occhi . Sentieri impervi e infogliati nascosti in una fitta schiera di alberi altissimi . Le stradine disconnesse piene di massi e radici rendevano difficile il cammino ma le foglie cadute come un tappeto appositamente sistemato ne attutivano la durezza colorando i passi e allietando la vista . I rami raccolti e sistemati a mo’ di passamaneria facilitavano l’attraversamento delle zone più in pendenza. Ai lati i ruscelli che accarezzavano il terreno e le piccole cascate di acqua fredda e cristallina rimbombavano come musica durante il percorso . Nessun rumore . Solo passi natura e acqua a far da padrona .

 Mai avrei immaginato di emozionarmi così davanti a tanta bellezza , e mai avrei pensato che anche la nostra piccola Italia potesse custodire tesori così preziosi ma poco valorizzati. Il tutto è stato accompagnato dagli amici di una vita , dalle risate , dal vino della casa e dai taglieri di salumi e formaggi . Un fuori porta nuovo , dove ogni colore rispecchiato negli occhi di mia figlia assumeva un significato diverso . Guardiamo tutto con occhi diversi e torniamo un po’ bambini anche noi . Mi rimane il ricordo del giallo del porpora e del viola , il rumore delle foglie sotto i nostri piedi , il freddo sulla faccia che scacciavo baciando il visino caldo di mia figlia addosso e la voglia di tornarci e di scoprire ancora .

Vorrei

Se solo si potesse fermare il tempo .Vorrei mi guardassi sempre come mi guardi ora, come se fossi la più bella al mondo.

Vorrei vedere ogni giorno ,di qui a poi ,le braccia che si protendono verso me

Accoglierti e vederti raggomitolare addosso con il viso che si strofina sul collo quando ti vuoi addormentare 

Mangiarmi di baci il mento

Saltellare con le dita le fossette sulle nocche delle mani mentre ti aggrappi al mio pigiama  

Sentire il respiro calmo , che coincide con il mio

Potrei farti addormentare lontana da me , come suggeriscono i manuali, così che impari … ci ho anche provato ma la verità è che mi piace da matti coccolarti , cantando una nenia improbabile dalla melodia stonata 

Potrei metterti giù adesso che dormi e fare mille e una cosa , ma ti tengo qui. L’odore buono mi avvolge. Ti accarezzo piano piano per non svegliarti e mi stupisco ancora che tu sia una parte di me, che ritrovo negli occhi e nella pelle. 

Vorrei poter racchiudere in un barattolo l’uragano di emozioni che scateni ogni giorno. Il tempo scivola troppo in fretta e io non sono pronta a lasciarti crescere . Ti tengo allora adesso ancora un po’ con me … tra le braccia dolenti..ogni tanto apri gli occhi, una fossetta sulla guancia e ritorni a sognare .

Fine estate 

Ultimo giorno d’estate , ultimo giorno dell’anno per me . Da bambina ho sempre creduto che l’inizio di settembre coincidesse con l’inizio dell’anno e non mi capacitavo come mai si festeggiasse invece a fine dicembre . Da trentenne ho la stessa convinzione . Ad oggi tiro le somme e ricomincio con i buoni propositi. Mangiar sano, muovermi di più, essere più ordinata . Ma a chi voglio raccontarla ? Quest’anno l’unico buon proposito è quello di organizzarmi , di chiudere un occhio se la casa non è come la vorrei e dedicare quella mezz’ora a far sorridere mia figlia . L’ultimo giorno d’estate l’alba l’ho vista dal balcone del nostro hotel nelle Marche. Gli ombrelloni chiusi, il mare piatto e brillante, e noi due alla finestra . Gli occhi ancora stropicciati di sonno e la tua colazione puntuale vicino a me . Reduci da una mini vacanza fatta di mini pisolini al mare , mini bagni e maxi valigie .. anche se misuri 60 cm occupi tanto spazio, in valigia come nelle nostre nuove vite . L’ultimo giorno d’estate mi rendo conto di quanto sia tutto diverso eppure così imperfettamente bellissimo. Non sono abbronzata neanche per un po’, ho il bikini anni ’50 strategico per mascherare la pancia e la linea scura sulla pelle , nella borsa neanche una rivista e l’iPad scarico . Ho in compenso mille bavaglini salviettine e telini di ogni genere . Ogni fine d’estate la pelle dorata ,le cene al mare , i frizzantini bianchi ,le stelle, e i discorsi su due sdraio dismesse di un litorale poco affollato , rendevano quasi piacevole l’addio al mare . Oggi non c’è nulla di tutto ciò, o forse c’è nelle sue nuove vesti. Nessun litorale affollato stasera , ma un piccolo paesino di pescatori che si addormenta . I nostri discorsi si colorano di vocine simpatiche pronte a strapparti un sorriso sdentato che illumina la serata . Non ci importa del mondo , ci siamo noi tre. Non mi piaccio per niente ma ti guardo guardarmi innamorata e tutto il resto non conta . Non ti importa se sono truccata o se ho i capelli perfetti e nemmeno se ho messo il profumo . Sono la tua mamma e tu la mia bambina . L’appendice del mio cuore. Diciamo addio allora senza malinconia, perché da quando ci sei , nonostante tutto , nel mio mondo è sempre estate .

Venuta al mondo ..

Me la ricordo bene quella mattina , calda ma non troppo, di un fine maggio pieno di vita . La notte era passata stranamente serena , avevo dormito come non mai negli ultimi tempi e tu ti facevi attendere già da un po’. Ormai non ci speravo più, anzi un po’ mi lusingava l’idea che non volessi lasciarmi, che ti piacesse stare con me e dentro di me. Il tuo papà era da poco andato via e come di consueto il letto vuoto e l’odore forte del suo profumo nella stanza, mi aveva risvegliata . In ogni mio buongiorno mi aspettavo il tuo , timido e piacevole . Era il 31 di maggio, un piccolo fruscio mi ha accarezzato da dentro,un fiume caldo e dolce ha risvegliato la pelle intorpidita .Era il tuo speciale buongiorno, il tuo ” ci siamo mamma “. Non ho avuto paura nemmeno per un secondo, con gli occhi stropicciati di sonno , mi sono tirata su dal letto un po’ incredula e ho chiamato :<< ci siamo , torna a casa >> ho detto subito al telefono senza buongiorno e senza giri di parole . << dai fra non scherzare , sono quasi arrivato a lavoro >>incalzava il tuo papà  , credendo in uno dei soliti scherzi che ultimamene ci facevamo . Questa volta però lo scherzetto lo facevi tu a noi, a un giorno dall’induzione farmacologia ti sei ribellata e hai deciso di arrivare da sola . Pochi minuti dopo eravamo insieme. Vicini , increduli  e felici . Il nostro viaggio stava per iniziare . Le contrazioni come onde leggere iniziavano a farsi vive e proprio come una barca in mezzo al mare le accoglievo . Nella mente riecheggiavano le parole delle ostetriche , dei libri letti e delle mamme che prima di me avevano affrontato questo meraviglioso viaggio . Accoglievo ogni contrazione come un onda . Non ero sola, non era dolore, era solo la strada da fare per arrivare a te . Come una salita montuosa , con i crampi ai polpacci e il fiatone, per cogliere la più preziosa delle stelle . La mattinata scorreva veloce e con essa le chiamate, le visite , i macchinari attaccati alla pancia mi dicevano che lavoravi bene e il tuo cuoricino veloce veloce mi rassicurava . Più ti avvicinavi più le onde erano forti ed impetuose . Un’angelo di nome Chiara fattasi mezzanotte mi ha accompagnato in sala parto. Nessuna stanza asettica ad attendermi , ma una calda stanza verde e azzurra con luci soffuse e musica attendeva come un porto la nave con il suo carico d’oro. Io il forziere, tu il mio tesoro . Ricordo bene la notte di dolore , la luna piena filtrava timida i suoi raggi e con il tuo papà contavamo i minuti e le ore che ci separavano. Gli occhi negli occhi . Le mani che sudate stringevano le mie. I ” sei forte ” sussurrati all’orecchio . L’alba mi ha risvegliato dal torpore che i farmaci mi avevano indotto , e grazie ai quali avevo riposato occhi e corpo . La medicina aveva fatto il suo lavoro , ti sentivo arrivare, con fitte constanti ma assopite. Alle 5 del mattino , raccolte le ultime forze che mi rimanevano , è iniziata la vera salita . Ho riscoperto una forza che non credevo di avere , una forza che mi cresceva violenta dentro e che mi permetteva di portarti alla luce . Preziose le mani della levatrice , gli sguardi e gli incoraggiamenti . Tutto mi portava a te . Anche la musica di sottofondo. Alle 7,18 del 1 giugno sei così arrivata, nel più naturale dei modi . La forza ancestrale di una mamma che da alla luce il frutto del suo amore . Gli occhi rossi di tuo padre non trattenevano le lacrime di gioia. Eri tra di noi e con noi. Il nostro piccolo miracolo!  Con il sorgere del nuovo giorno sei arrivata a dare nuova luce alle nostre vite e con te siamo rinati noi. Dolci le tue lacrime , e melodiosa la tua voce rotta dal pianto , ti hanno poggiata su di me , calda e umida e mi hai riconosciuta attaccandoti al seno . Così piccola ma così forte . Il mondo si è fermato per noi tre . Nessuno intorno . Solo la nostra famiglia . Non so se sarò in grado di raccontarti il tuo arrivo quando sarai grande, così lo scrivo , di modo che sia eterno. Te lo leggerò quando ti vorrai addormentare . Sei arrivata a inizio estate , quando il sole è ancora timido e come un uragano ci hai cambiato il battito del cuore .

A volte ritornano…

Eccomi tornata , un po’ di mesi di assenza , un po’ di mesi in cui è cambiato tutto. La maternità ha placato per un po’ la mia musa ispiratrice e anzi adesso che l’idillio della pancia è finito ho una musa vera … in carne e ossa a riempire le mie giornate. Non so che piega prenderà il mio blog. Se d’amore maternità o chissà che … per ora sono tornata . Di libri e recensioni credo che si dovrà attendere un po’ .. ma di pannolini e creme bimbi sono super preparata . Qualche riflessione e spunto è già in cantiere , vediamo che ne verrà fuori. 

A presto Franci

Ascoltami 

È una strana sensazione avere così tanto da dire ma non riuscire a descriverlo. È toccare i miracoli a cui non avevi mai creduto, è la magia di cui parlano le favole, ed è tutto a un palmo da sè. Più volte mi sono detta di scrivere , anzi di scriverti, ma la verità è che non saprei da dove cominciare . Ti direi che ti amo ma questo lo sai già. Era più facile , molto più facile raccontarsi quando gli amori e gli umori erano al di fuori di me, era analisi e catarsi . Adesso non c’è alcun bisogno di niente . Bastiamo a noi . Senza parlarci . È la forma di amore più bella e pura di cui abbia mai letto . Me lo raccontavano ma non credevo . Tutto ha una luce diversa. Tutto è capovolto . La parte migliore di me che faticavo a trovare negli altri adesso è così chiara e nitida. Ci sfioriamo. Non sei tu che hai bisogno di me , sono io che ho sempre avuto bisogno di te ed ora lo so . Tutto quello che sono stata adesso trova un senso. Non ho più paura .Nient’altro da aggiungere, ritrovo la tua approvazione in un fruscio delicato. 

Il mio sabato sera si conclude con la cena riscaldata del giorno prima e la regina alla TV, e una luce dentro che non credevo di possedere .💕