<<quando lei dorme, dormi anche tu>>…dicevano… utopia!
Questo può valere ( e forse neanche più di tanto ) solo la prima settimana di vita quando, tornata dall’ospedale, nella tua magica bolla rosa ti preoccupi solo di allattare, mangiare e riposare, perché a tutto il resto ci pensa il marito/mamma/sorella.
Una settimana di vita apparentemente vera in cui quasi quasi ci credi pure che non è così faticoso come qualche animo coraggioso dice.
La vita vera comincia il primo lunedì, l’8 giorno in cui ti ritrovi sola, con la creaturina che ha solo te e che vuole solo te. E la tua casa da gestire, le camicie da stirare, i bagni da pulire e con gli ormoni ancora a manetta in circolo arranchi a trovare un equilibrio tra la te che eri e la te+1 che sei ora.
I primi mesi sei ancora perdonata e anche perdonabile se alle camicie stiri solo il colletto e cucini cordon bleu e bastoncini findus.
La vera sfida viene dopo.
Dal latte alle pappe, che bello un po’ di mammite in meno ! Così potrà darle la pappa il papà mentre la mamma si da lo smalto o sistema i capelli. Chiacchiere! La mammite permane e diventa forse anche più forte, a cui si aggiungono i millemila brodini da preparare mentre continui a stirare sempre e solo il colletto della camicia ma migliori con le cene, non per volontà, ma per necessità di rientrare nella 44 di un anno fa.
Poi si torna a lavoro e per quelle 5 ore un po’ prendi fiato, conscia di dover fare poi tutto il resto nel restante tempo. Compreso giocare
Coi brodini finisci per prenderci la mano, coi passati di verdura e i legumi passati anche e molti dei pranzi li passi proprio scongelando scorte last minute pur di nutrirti. Senza sale e senza gusto. Ma salutari.
Per ogni progresso un pericolo un più.
I cassetti non hanno più pace, i bidè, la lavastoviglie presa d’assalto quando è aperta, la borsa lasciata sbadatamente lì vicino a lei, lo scopettino del water nascosto con cura e la carta igienica in coriandoli.
Con millemila giochi sarà sempre più interessante ciò che fai tu e che ovviamente è pericoloso.
Far le pulizie a ritmo di Veo veo è ormai un rito. L’autonomia di un ‘ora passa in fretta e anche il “veo veo que es” non fa più effetto, quindi di corsa a lavare il pavimento prima che scatti l’allarme.
Io non so se è solo la mia bimba esigente o se è un nuovo comune modo di vivere la vita a cui non sono ancora pronta. Certo è che a volte si fa fatica. Sarà il non avere nessun parente vicino, sarà l’essere troppo esigente o non so che, solo che non ricordo più come passavo il tempo prima. Prima di lei. Non mi riconosco più neanche guardando le vecchie foto. Vorrei ritrovarmi e non so come fare.
Tutte perfette e io?
Potrei mandarla al nido o al baby parking ma l’idea di averla lontana da me ( oltre il lavoro ) per una doccia in pace o per avere il bagno pulito mi fa sentire il colpa, e già quasi mi manca.
Quindi la tengo con me, coi nostri giochi, con veo veo mentre lavo i pavimenti e mi dico, nei momenti di sconforto, che sarà piccola solo una volta e che il
Tempo passa veloce e forse un giorno riascolterò le sue canzoncine mentre lei farà beatamente le sue cose senza me.
<< dormi quando lei dorme>>
Forse un po’ è vero. Ora lei dorme addosso a me, potrei stirare e darmi lo smalto ma la tengo vicino vicino . La manina che cerca il mio viso mentre io scrivo di noi. Parole buttate un po’ per caso quasi per potersi sfogare. E sono sciocca a volermi ritrovare so già chi sono, adesso lo so chi sono.